Questa sera, alle 21.20 su Canale 5, tornerà in scena la serie televisiva più trash dell'ultimo anno e che più di qualsiasi altra ha costituito un esempio lampante di "caso mediatico" ma per le ragioni sbagliate: o, forse, per le giuste ragioni, ma in un altro senso.
Sto parlando di "Adrian, La Serie Evento", lo spettacolo che Adriano Celentano ha composto e presentato già a gennaio del 2019 e che, su nove degli episodi previsti, ne ha visti trasmessi solo quattro, prima di scomparire dai palinsesti dopo un costante e vistoso crollo degli ascolti.
Ha dunque senso riprendere questo progetto, consci già di ciò che ci si può attendere? E su quali elementi ed ospiti punta per il rilancio l'ex ragazzo della Via Gluck, ex Molleggiato e ad oggi ancora persona abbastanza piena di sè?
Vediamolo.
Stasera, 7 novembre: chi c'è per salvare la barca che affonda?
Stando a quanto comunicato e riportato da alcuni siti, questa sera dovrebbero comparire parecchi personaggi noti, da Paolo Bonolis a Chiambretti, da Carlo Conti (!!) a Giletti pronti a lasciare il passo anche a nomi ancora più chiassosi ed altisonanti come Gerry Scotti, Enrico Mentana e Maria De Filippi.
Immagino che se fossero stati vivi quei grand'uomini quali Corrado e Mike Buongiorno avrebbero provato a contattare anche loro - magari ricevendo una cortese ma secca pernacchia.
Non bastassero questi conduttori ed intrattenitori, è probabile che appaiano in ordine sparso Elisa, Ligabue, Checco Zalone ed Ultimo.
Tutto ciò, ovviamente, sempre che nel frattempo costoro non rinsaviscano ed evitino di essere coinvolti in questo mezzo scempio.
Ma perchè tanto scetticismo misto a curiosità morbosa?
Un po' di storia
Era il 21 gennaio 2019 quando, dopo una campagna pubblicitaria abbastanza martellante e durata alcuni mesi, resa più insopportabile per l'alto volume "particolarmente molesto", potei assistere alla prima puntata di Adrian, La Serie Evento, così come la rèclame la sponsorizzava, bombardandoci di frequenti passaggi per ricordarci che " ... sta arrivando" con tanto di cielo tempestoso, tuoni e fulmini.
Nemmeno la Seconda Venuta di Cristo, per dire.
L'evento in sè, peraltro, non nasceva nemmeno sotto i migliori auspici: tra i 20 e i 30 milioni spesi per produrre la serie animata, che faceva parte del secondo blocco dello spettacolo, mentre il primo era dedicato a monologhi di attori e sketch (poco) comici con gente come Natalino Balasso (avessi detto...) Giovanni di Aldo Giovanni e Giacomo e Nino Frassica, giusto per citare i più noti; attori e conduttori del calibro di Teo Teocoli e Michelle Huntziker che, invece, sceglievano di rinunciare a comparire; il fatto che erano trascorsi molti anni dall'ultima apparizione pubblica di Celentano; e, infine, che il progetto animato avesse richiesto dieci, dico dieci, anni per la sua realizzazione.
Darian, il travestimento di Adrian. Il Gobbo di Milan-Dame de Italie |
Trascurando dunque la prima parte dello show, lento, banale, noioso e privo dell'unico elemento di attrattiva che probabilmente aveva condotto a teatro un sacco di speranzosi disperati per assistere ad una esibizione di Adriano dal vivo, ossia la presenza stessa dell'ex Molleggiato che era apparso per il tempo necessario a bere un bicchiere d'acqua e a dire, di numero, tredici-quindici parole, la serie animata si era rivelata già nella prima puntata quello che era facile attendersi: un'ode gigantesca all'ego(centrismo) di Celentano, in veste di pompato protagonista simil anime di Ken il Guerriero, affiancato da una Gilda (in pratica Claudia Mori ringiovanitissima) nella veste di Musa ispiratrice del personaggio di Adrian e ninfomane atta a giustificare la presenza di Milo Manara come concept designer dei personaggi, specie femminili.
Milo Manara che, per inciso, si è affrettato tra la seconda e terza puntata a dissociarsi da quel lavoro, precisando che egli aveva solo compiuto degli studi sui personaggi, bozzetti preparatori e disegni di massima per dare una idea di come essi dovessero apparire esteticamente e che successivamente lo Studio Sek aveva invece preso, integrato, e animato direttamente.
A volerne fare un hentai, forse ne usciva qualcosa di meglio... |
Ora, per essere onesti, la trama simil distopica, che strizza tutti e due gli occhi a V for Vendetta - un V for Vendetta scritto da uno sotto metanfetamine, d'accordo, ma ci siamo intesi - assieme ad alcuni spunti presi da Blade Runner non sarebbe male.
L'idea di un mondo dove inquinamento, interessi economici e politici schiacciano gli interessi dei singoli... è vecchia come il mondo, ed è distopica mica tanto, visto che ci viviamo quotidianamente in un contesto del genere, ma in linea di massima è sempre un tema che risulta piacevole.
I disegni non sono nemmeno da buttar via, anche se molti, appunto, sono solo abbozzati e poco rifiniti e le animazioni sono altalenanti in modo fin troppo marcato, passando da alcune effettivamente valide, ad altre inguardabili, nemmeno fossero state realizzati da usufruitori di photoshop alle prime armi e di qualche programma di videomaking di quelli free che si trovano in rete.
In ogni caso, è la storia in senso generale, nonchè la pretesa idea moralizzatrice in senso stretto che le è propria, ad essere i principali punti deboli di questa porcheria.
Una porcheria perchè il tentativo ostentato, quasi urlato, di indicare Adriano Celentano come una sorta di profeta, come l'unico in grado di guidare noi sciocchi idioti alla scoperta delle cose che contano nella vita, manco fosse appunto un novello Eletto come Neo in Matrix, risultano tanto stridenti da rendere tutto quanto il messaggio sociale e politico, sottile quanto un palazzo di duecento piani, totalmente insopportabile.
A ben poco sono valsi i tentativi dei pochi che volevano provare a difendere questo progetto, facendo levate di scudi; per una volta, infatti, la stragrande maggioranza del pubblico si è sentita davvero presa in giro, in quanto quasi trattato da deficiente, specie grazie ad un prodotto che, si, è costato dieci anni di lavoro e quant'altro, ma è concettualmente vecchio di trent'anni.
Simili tematiche le hanno affrontate, in modo molto più intelligente ed efficace, dozzine di produzioni animate, dai Simpson ai classici Disney, dall'animazione nipponica di Akira e Ghost In The Shell fino a South Park che giudico il format animato più estremo eppure intelligente che si possa trovare in giro.
E' brutto dirlo, ma dopo aver scritto e letto di tutto, dopo aver riso a causa di immagini terribili e dei meme che sono stati diffusi, è rimasta almeno in me una profonda amarezza: un'amarezza figlia del fatto che poteva essere la grande occasione per sdoganare il concetto di "animazione" per l'Italia come genere di nicchia e portare all'attenzione di tutti, in prima serata, con un patron così d'eccezione come Celentano, un progetto in grado di dare anche agli adulti un tipo di intrattenimento di solito riservato ai più giovani, buttando in questa definizione tutti coloro che vanno dai dieci ai quarant'anni.
L'arcinota "casetta", oggetto di dozzine di meme |
Purtroppo, come è poi successo, lo spettacolo in sè, inteso come primo e secondo blocco, ha annoiato terribilmente perchè era confuso il target di riferimento prima di tutto.
Chi come me voleva seguire questo progetto, era sicuramente interessato alla serie animata, disinteressandosi in toto del preshow, mentre chi era già adulto ed era cresciuto con in film e le canzoni di Adriano Celentano non si curava per niente del "cartone" e seguiva solo la prima parte, in attesa di un ex Molleggiato che, però, non c'era.
Gli ascolti hanno, del resto, affossato nell'arco di una manciata di settimane e di sole quattro puntate tutto quanto il progetto, senza nemmeno tener conto delle polemiche, forse a mente fredda un filo esagerate, circa alcune scelte comunque non proprio felici da parte degli sceneggiatori, come aver istituito giusto giusto a Napoli la sede di "Mafia International" oppure aver redarguito, Adrian, due ragazze per aver bevuto "qualche bicchierino di troppo" il che ha portato ad attirare le attenzioni di un paio di delinquenti.
Personalmente non le ho trovate così offensive dato che sono scelte che giocavano l'una con gli stereotipi e l'altra con un fraintendimento che si è voluto forse ostentatamente interpretare in senso negativo -probabilmente l'intenzione era di dire che l'alcool ottunde le capacità logiche ed è chiaro che se non sei persona lucida puoi rischiare di finire tra le grinfie dei malintenzionati, che è ben lungi dal dire che se bevi "te la cerchi".
Ecco, in questo credo si sia voluto vedere il marcio a tutti i costi.
Non resta che aspettare questa sera per scoprire che cosa la quinta puntata di Adrian La Serie Evento, avrà da riservarci.